Storia della Pallamano a Modena

Le partite della memoria - 2

 

Non ricordo chi furono gli arbitri di quella partita, ma ricordo che fu una autentica sofferenza perché per segnare un gol ne dovevamo fare due, uno ci veniva sempre annullato per falli più o meno verosimili, ma quasi sempre inesistenti.

Ciononostante la partita si sviluppò sui binari dell’equilibrio, la difesa teneva bene, il contropiede funzionava e non avevamo grosse difficoltà a segnare e, se non fosse stato per quel piccolo particolare del "due per uno", probabilmente avremmo archiviato la partita con successo già alla fine del primo tempo.

Invece arrivammo a un minuto dalla fine sul punteggio di 14 a 14 ; l’ultimo tiro di Da Rui a un minuto dalla fine, venne smorzato dal muro difensivo, palla nostra a 30 secondi dalla fine, Robby Monfredini era già lanciato a metà campo in contropiede, lancio perfetto, ricezione perfetta, solo contro il portiere, viene atterrato brutalmente da dietro da un difensore nell’ultimo tentativo disperato di evitare il gol… l’arbitro incredibilmente non fischia il rigore e fa proseguire il gioco, la palla nel frattempo nella confusione generale perviene a Da Rui, manca una manciata di secondi al fischio finale, la nostra  difesa blocca gioco e giocatore a metà campo per salvare almeno il pareggio…alla fine  l’arbitro fischia!

Tutti pensiamo che abbia fischiato la fine della partita, invece, incredibilmente ha fischiato un rigore contro di noi per un fallo a metà campo e a partita terminata.

Parapiglia generale, confusione, solita omelia di cristi e madonne, mezza invasione di campo da parte del pubblico che ormai è divenuto feroce, intervento delle forze dell’ordine, ma non c’è niente da fare.. il rigore deve essere battuto, 14 a 14, prima di campionato!

Naturalmente incaricato del tiro è Da Rui, il giocatore più forte in campo.

Inizia il nostro duello mentale…io so che Da Rui preferisce sfruttare la caratteristica di eccezionale potenza del suo tiro per cui tende a tirare diretto senza incrociare.., ma nei nostri sguardi si legge il reciproco pensiero.

- Io so che tu sai-

- Io so che tu sai che io so e so anche che proprio per ciò non tirerai dove io so che tu dovresti tirare….-

 E avanti così con tutte le possibili speculazioni sul “io so che tu sai che io so”.

Il nostro duello di sguardi e pensieri dura quasi un minuto, la confusione generale, il pubblico che urla e si assiepa contro la recinzione, i miei compagni arrabbiati e sconsolati, quelle teste di cazzo di arbitri, non esiste più niente, resta solo quella bolla di silenzio artificiale nella quale siamo immersi io e il Gigi Da Rui.

Nel silenzio assordante una luce, un’intuizione, una rivelazione, un ricordo lontano!

Sin dai primi allenamenti di Pallamano quando si parlava di specificità di ruoli, un po’ scherzando e un po’ sul serio mi è sempre stato detto che i portieri non sono normali, che per giocare in porta bisogna essere un po’ matti, eccetera eccetera., ma…parlando dei terzini mi è sempre stato detto invece che non devono avere fra le loro caratteristiche e peculiarità l’intelligenza perchè devono semplicemente attivare due neuroni per poter saltare e tirare, altro non devono fare e soprattutto non devono pensare!

Anzi la caratteristica principale è proprio quella, non devono pensare …e mi venivano portati gli esempi di Runer e Neuner del Bolzano, del Terribile Hulk Altoatesino e di altre simili masse muscolari mostruose regolate da un’unica scintilla vitale che attiva gli unici due neuroni che innescano l’intero gigantesco meccanismo.

Da Rui è un terzino!

Allora Lui non deve pensare!

Lui ha solo due neuroni, …- deve solo tirare, quindi tirerà dove tira sempre…punto e basta!

Tutto il resto è speculazione metafisica.

Non me ne voglia Gigi Da Rui, probabilmente fu solo fortuna, ma, fatto sta che, andai effettivamente a sinistra e il pallone si stampò con la forza e la violenza della disperazione contro la mia caviglia…e allora ci fu l’apoteosi da una parte e la disperazione dall’altra e a complicare il tutto il fatidico gesto ad ombrello fatto da tutti i miei compagni di gioco che scatenò un pubblico inferocito contro di noi. Nelle stagioni seguenti incontrammo parecchie volte lo stesso Da Rui e probabilmente quello fu l’unico rigore che io gli parai, ma entrambi ricordiamo ancora, fra tutti i rigori battuti e parati, quell’unico rigore.

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