ITACA

 

Oggi è il giorno delle fotografie poi ci sarà il debutto in campo, sabato 21 ottobre alle ore 18 e sarà finalmente gioco!

Ogni giorno che si consuma, brucia un altro istante che ci separa dal rientro, dal tanto agognato ritorno a casa, al PalaMolza.

Si perché, per noi che vi abbiamo passato una vita intera, ma anche per coloro che vi hanno trascorso solo il periodo dei brufoli, il PalaMolza è sinonimo di casa ed è lì che vogliamo tornare al termine di un lungo viaggio di migrazione che ci ha trascinati per 4 anni in una Odissea in giro per palestre e Polisportive, caricandoci sulle spalle il peso dell’amore e della responsabilità del nostro sport.

Non prendete paura quando arriverete: troverete ad accogliervi il consueto inquietante murales con pipistrelli, ma appena entrerete nella nuova bat caverna verrete rassicurati da un impianto sportivo nuovo, bello e funzionale, anche se non ancora pienamente ultimato…un Palamolza dimezzato che è comunque riuscito a sopravvivere alle ingiurie del tempo, risorgendo dalle proprie ceneri e riprendendosi il proprio ruolo di grande vecchio alle porte della città.

E’ stata una fatica ed una impresa per tutti.

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da intensi litigi, contrasti, discussioni,  di riunioni nelle quali sapevi benissimo che potevi dire ben poco perché partecipavi al gioco delle tre carte e il mazziere di turno presentava sempre un mazzo truccato, ma allo stesso tempo sapevi che solo  legittimando chi non la pensava come te potevi riuscire ad avere un confronto, fondamentale per condividere la conduzione e il governo di un sistema complesso.  Ai giorni nostri il contesto si è complicato, è diventato tutto più difficile, quello che era semplice è diventato complesso e non è più possibile fare conto solamente sulla buona volontà e sul buon senso: quando la strada sembra avviarsi verso un rettilineo salta fuori una strettoia, un imprevisto, una rotonda…poi riprendi e ti trovi uno stop o un semaforo, e poi cunette, dossi, strade interrotte, una circolazione a singhiozzo…e tutt’intorno strombazzamenti a destra e sinistra.

Che lo vogliamo o no viviamo all’interno di un contesto modellato dalla nostra storia.

La nostra storia è semplice, è quella di gente padana coi piedi larghi e ben piantati a terra, ma a volte con la testa nelle nuvole ad inseguire sogni bellissimi…è la storia di un gruppo di ragazzi che negli anni 70 indossarono il mantello di protagonisti di quei tempi e seppero percorrere un viaggio attraverso il tempo e attraverso  le generazioni passandosi  il testimone di una passione che continua ancora oggi a rinnovare il sapore e l’odore di quel lievito fresco che ti invita a condividere il pane della fatica e del sacrificio.; ma la fatica non sta solo in campo, anzi, fuori dal campo è tutto più difficile e complicato e si gioca con regole diverse rispetto al campo.

Sono stati momenti difficili quelli in cui ci siamo costretti a non cedere all’avvilimento e all’impotenza, quelli in cui è stato faticoso resistere all’impulso della rabbia, da una parte e dall’altra; riunire insieme una moltitudine di differenze non è né facile né agevole. Trovare un minimo comune denominatore che semplifichi le differenti convinzioni non è possibile se non si parte dal rispetto reciproco e soprattutto dal rispetto delle istituzioni democratiche… non serve a nessuno lanciare sassi contro i vetri, soprattutto quando i vetri sono quelli di casa tua.

Ma ora pace è fatta, è stato un confronto a volte anche aspro, ma che alla fine ci ha visto tutti crescere nella consapevolezza di fare parte di una comunità che può guardare al futuro con serenità e fiducia rinnovata e noi, quelli della pallamano, possiamo riprendere la nostra narrazione riaprendo il grande libro dello sport del Palamolza, una pagina bianca su cui potremo  continuare a scrivere la nostra storia.

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